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Sant'Agata di Esaro è un comune italiano di 1.952 abitanti[2] della provincia di Cosenza. Sorge su una rupe, a picco sul fiume Esaro, a 461 metri s.l.m., a 78 km. da Cosenza, a 22 km. dal Mar Tirreno, tutta circondata da catene montuose dell’Appennino Calabrese, che si estendono a forma di diadema, solcate da torrenti, affluenti dell'Esaro. La sua cima più alta, Montea (1825 m.) si incassa ad ovest in una forra pittoresca, dove scorre l’Esaro, che nasce dagli estremi contrafforti occidentali del massiccio del Pollino e sfocia nel Coscile. Si estende su una superficie di 47,20 km². La sua origine risale al periodo bizantino (VI-XI sec.). 

Il territorio e l'ospitalità

Nel 1075 fu teatro degli eventi bellici di Roberto il Guiscardo e nel secolo successivo divenne feudo del Monastero del Sagittario di Chiaromonte, con ratifica dell’Imperatore Federico II. Ebbe un ruolo importante nell’assetto socio-economico, proprio dei possedimenti ricadenti sotto la giurisdizione monastica, come pure diede splendore alle attività di studio, ingegno e arte, che si esplicavano nei monasteri basiliani della Mula con la presenza prestigiosa di figure di studiosi santagatesi, come l’abate P. Girolamo De Mele. Il piccolo centro ebbe nel passato una vita intensa di modeste industrie, lavorazione del legno, filati, baco da seta, ecc. La denominazione di S. Agata al nascente agglomerato urbano, fu il frutto della devozione alla Santa Catanese recata dagli eremiti e monaci bizantini sfuggiti alle persecuzioni e all’invasione musulmana della Sicilia. L’appellativo di “Esaro” (dal fiume che l’attraversa), fu aggiunto dal Consiglio Comunale nel 1862, per distinguerlo da paesi omonimi. E conosciuto e amato per le antiche ricette gastronomiche: fritture tipiche, maccheroni ai ferri, polpette con pane di mais, salumi; per il vecchio Convento di S. Francesco, per la festa Patronale (II domenica di agosto), la Sagra delle Castagne (II domenica di novembre), per il tipico Carnevale santagatese e per i suoi itinerari turistici. S. Agata ha tante ricchezze: natura, fede, arte, storia millenaria, e la tradizionale ospitalità degli abitanti: il turista o il visitatore si sentiranno a proprio agio.

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